Amministrative 2009: sei punti per costruire insieme la città di domani
Qual è l’attuale stato di salute di Campi? È questa la domanda dalla quale intendiamo partire. Quello che salta immediatamente agli occhi, prima ancora di analizzare nello specifico il contesto, è che questa è una città senza anima. E come un corpo privo di anima, Campi muove i propri arti in maniera disorganica e convulsa: una gamba non segue l’altra, così ne viene un movimento informe e senza direzione.
Cosa si può fare di fronte a un corpo privo di anima? Due sole cose: o imbalsamarlo o ri-animarlo. Ebbene, attraverso la sfida di Campintesta vogliamo trasmettere alla cittadinanza, prima ancora delle nostre discutibili capacità di affrontare determinate problematiche, tutta la nostra volontà e la nostra passione nel voler rianimare Campi, nel voler vederla rinascere, sicuri che tale impresa, sebbene ardua, non solo è possibile, ma anche realizzabile!
Capovolgere le dinamiche tradizionali: pensare con la testa.
Con un costume ormai di moda nella nostra città, pare che a Campi le liste si facciano “dal candidato-sindaco in giù”, cioè: prima si sceglie il nome del Leviatano di turno, lo si santifica, lo si impone, e poi si dà il via al teatrino degli “incontri di coalizione” ma solo a cose fatte, col solo scopo di fare valere le proprie ragioni e la propria (presunta!) forza elettorale. Solo alla fine, semmai, si pensa ad imbrattare un foglio con un programma ultra-condivisibile, che tiene contenti tutti, ma che, appunto, non mira a “ri-animare” il paese. Queste logiche sono l’assurdo approdo di una “politica capovolta”, sono l’espressione, non già di progettualità, ma solo di ambizione, esibizionismo e povertà ideale.
Ecco, questa politica capovolta, noi abbiamo l’obbligo ri-capovolgerla intanto nei metodi: già questa sarebbe una grande vittoria elettorale! Quello che auspichiamo non è niente di scandaloso: è un desiderio, per dirla con certi signori del ‘400, di “ritorno ai principi”. Chiamiamolo pure desiderio “radicale”, nel senso di “ritorno alle radici”. E le radici di una città sono i cittadini, con i loro bisogni, le loro aspettative e soprattutto le loro idee. Tradotto: per costruire le coalizioni e le liste, prima d’ogni cosa occorre ragionare sulle idee di cambiamento, sulle progettualità lungimiranti e sul sentire dei cittadini.
Abbiamo esempi di comuni ai quali ispirarci, pratiche già adottate e risultate valide? Sicuramente si, e la cosa sorprendente è che non occorre fare nemmeno dei salti cronotopicamente giganti: non occorre, cioè, guardare tanto lontano nel tempo e nello spazio per trovare dei lumi: un valido esempio da cui trarre linfa vitale è senz’altro quella stagione di profondo cambiamento civile che si era avviata, e poi malamente interrotta, poco più di un decennio fa proprio a Campi Salentina. Ci riferiamo a quella entusiasmante esperienza avutasi nella metà degli anni ’90 con le amministrazioni del centro-sinistra: molte ottime idee inerenti lo sviluppo cittadino (economico, urbano, sociale, culturale) sono da ricercarsi lì. Non è un caso, infatti, che furono proprio quegli anni a manifestare una inedita rigogliosità del tessuto cittadino in generale e della cultura giovanile in particolare, a quel tempo feconda e innovativa come non mai nella storia del nostro comune.
Da debellare, invece, sono quei folli meccanismi di personalismo la cui virulenza ha contagiato anche chi un tempo vi si opponeva: individuiamo in ciò una determinate concausa che ci ha condotti, piuttosto rapidamente, nella stagnante situazione che oggi subiamo.
Campi in testa, allora, cosa vuol dire? È la nostra idea di pensare la città con la testa, è uno “stile di pensiero” e, allo stesso tempo, il desiderio di rendere la “questione Campi” una priorità, di metterla “in testa” appunto, cioè “al di sopra di ogni altra cosa”, in primo luogo sopra ai personalismi che l’hanno dissanguata. Al di sopra, quindi, di quelle dinamiche che hanno reso questa città una città “senza anima”.
Campi in testa, diciamo ancora, è un habitus politico nuovo che mira a capovolgere le tradizionali e nauseanti logiche di un equilibrio politico che si regge solo sui nomi, sui rapporti di forza e sui gruppi di interesse: noi vogliamo che le fondamenta della città di domani siano ben solide ed il terreno sul quale edificarle non può essere che quello delle idee.
Campi in testa, quindi, si fa luogo di condivisone di idee, progettualità più o meno ampie o anche semplici proposte migliorative per la vita di Campi: uno spazio dove far convergere la creatività dei cittadini, un terreno fertile dove coltivare le proposte intelligenti per la crescita della comunità, uno strumento per veicolare le idee che germogliano per le strade e non ammuffiscono nelle segreterie dei partiti.
Campi in testa è una sfida che vale la pena affrontare.
Etichette: idee, iniziativa
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2 commenti:
Vai Tania che riusciamo a togliere qualoche "nome" che da qualche tempo stà rovinando Campi. Dobbiamo lottare contro certa gente che è sempre pronta ad approfittarne per il proprio tornaconto; questo deriva da una mancanza di cultura e di ideali che fa in modo di non avere scrupoli per i propri cittadini. E' proprio da qui che dovrebbe partire questo movmento, da una diffusione della cultura e quindi di idee sane che favoriscono lo sviluppo della nostra città; e prima dello sviluppo ci vorrebbe appunto una rianimazione. Ciao ciao!
nuovo e coraggioso direi
quanti hanno pensato una cosa simile e non sono riusciti a realizzarla?tanti!
oggi questa lista è importante soprattutto perchè pone un argine alla catastrofe della lista di palasciano.chi oggi si sente di sinistra da chi può essere rappresentato nella lista di palasciano, da pompilio guerrieri, da cosimo rucco, da alessandro pagliardini?
è stata distrutta e messa da parte una parte di Storia di questo paese.
non è un bel momento questo per campi, l’alternativa alla destra attuale è una nuova destra “camuffata”, pronta a riprendersi ciò che Como in questi anni non gli ha dato.
e i cittadini di campi sono solo delle vittime, certo spesso consapevoli, ma sono solo delle vittime
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